Ansia da prestazione: l’Impotenza maschile

Come dice il titolo, in questa pagina parlerò dell’impotenza maschile, ovvero la disfunzione erettile. Questa può avere cause organiche e cause psicologiche, anche se in tempi più recenti si parla di un’integrazione di entrambi i tipi di cause. Ovviamente io qui tratterò di ciò che si può fare quando la causa è soprattutto psicologica, vista la mia professione.

Ma, prima di tutto, vediamo cosa implica il corretto funzionamento dell’erezione. Perché avvenga diversi sono i sistemi coinvolti: il sistema endocrino, il sistema nervoso centrale e quello autonomo, il sistema dei muscoli e quello cardiocircolatorio.

I dati ci mostrano come questi sistemi debbano lavorare in sinergia, perché l’erezione inizi e si mantenga per tutto il tempo necessario. Quindi è chiaro che basta che uno solo di questi sistemi non funzioni correttamente, che l’erezione non avvenga.

La disfunzione erettile episodica, intesa come incapacità, in una data sessione sessuale, di non avere abbastanza rigidità del pene da consentire la penetrazione o per durare per il tempo necessario alla durata dell’amplesso, può avvenire a tutte le età. Da giovani capita più per la componente emotiva inerente l’ansia da prestazione delle prime volte, dell’insicurezza virile, eccetera. Da più adulti, in genere oltre i 40 – 50 anni, gli episodi di disfunzione erettile può avvenire più a causa delle componenti organiche, legate cioè alla vascolarizzazione.

In tutti i casi il risultato è simile: dopo il primo o i primi episodi può subentrare la componente psicologica che da sola è in grado di mandare tutto a monte: l’ansia da prestazione.

Se questo avviene, allora si entra nel circolo vizioso in cui la componente psicologica induce un po’ di più la componente organica, la quale a sua volta induce la componente psicologica, ecc. Questo circolo vizioso comporta inoltre la cosiddetta profezia che si verifica per il solo fatto di averla pensata, che è tipico di questo tipo di ansia. Per la precisione si tratta di ansia da prestazione sessuale, ma come in tutti gli altri casi di ansia da prestazione sono coinvolte componenti psicologiche piuttosto importanti, come l’identità, la sicurezza di sé, il sentirsi desiderabili, le aspettative dell’Altro.

L’instaurarsi dell’ansia, dopo i primi episodi di disfunzione, peggiora subito le cose e inizia il circolo vizioso che porta all’impotenza vera e propria. Per impotenza si intende che almeno una volta su quattro l’erezione non soddisfa le proprie aspettative, almeno secondo la definizione classica (Masters e Johnson). Oggi si tende a dare una definizione più elastica, in ogni caso se, come dicono Metz e McCarthy (2007), la disfunzione si verifica solo una volta su dieci non si può parlare di impotenza.

L’ansia da prestazione sessuale si può curare in parte con gli stessi mezzi e tecniche degli altri tipi di ansia, quindi tecniche immaginative e suggestive, esercizi di tipo mansionale (dalla terapia mansionale).

L’aspetto legato alla componente organica, invece, ha bisogno di un’attenzione particolare. Oggi ci sono molti aiuti chimici che fino a pochi anni fa, semplicemente, non esistevano. Sto parlando della famosa pillola blu e dei suoi più moderni sostituti. Questi farmaci vengono sempre più integrati nei casi più resistenti di impotenza, anche quando la causa principale è di tipo psicologico, in maniera non dissimile a quanto si usa fare con l’ansia e il supporto farmacologico rappresentato dai farmaci antidepressivi. In entrambe le tipologie di trattamenti la terapia farmacologica da sola non basta, occorre anche un aiuto psicoterapeutico per riequilibrare l’individuo. Solo grazie all’integrazione della psicoterapia il soggetto con la disfunzione erettile potrà fare a meno dei farmaci, al compimento del percorso psicoterapeutico.

Una credenza erroneamente abbastanza diffusa, infatti, è che i farmaci che permettono un’erezione siano una garanzia di funzionamento. In realtà le cose non stanno così. Una ricerca dimostra che chi fa uso di questo tipo di farmaci, hanno avuto un’erezione duratura fino al completamento del rapporto sessuale solo in una percentuale che va dal 65 all’80%. Come dire che, pur facendo uso di questi farmaci, una volta su tre o una volta su cinque, l’erezione non avviene o non è sufficiente. Che è un po’ come dire che l’antidepressivo da solo non basta a scongiurare un attacco di panico (nozione, questa, più risaputa, in generale).

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Dr. Paolo D'Alessandro - Psicologo Psicoterapeuta

Lavoro con i pazienti da più di 15 anni e mi piace aiutarli a superare le loro paure. Dal 2006 mi occupo prevalentemente di Ansia da prestazione, Attacchi di panico e Ansia sociale. Collaboro con l'AIPAP, l'associazione italiana per la psicoterapia degli attacchi di panico, di cui sono socio fondatore.

Ho tre figli e una moglie che amo molto. I miei interessi includono la tecnologia e le nuove sfide, sia in ambito clinico che imprenditoriale.